lunedì 12 ottobre 2009

Lunedì. Giornata dedicata all'incontro con gli Israeliani.

Lunedì 12 Ottobre 2009.

La giornata dell’incontro con gli israeliani.

E già, l’incontro, il dialogo, la relazione con gli altri!!
Se il buon giorno si vede dal mattino, cominciamo male!
Se il buon dialogo si vede dall’accoglienza, cominciamo veramente male.
Usciamo da Betlemme, dove abbiamo l’albergo, e ci dirigiamo prima verso Gerusalemme e poi verso Newe Shalom, nostra destinazione finale per la mattinata.
Al primo check point, per entrare in Israele, restiamo fermi 30 minuti. Poi decidono di farci scendere e passare il check point a piedi. Tutti giù dal pullman . Ci fanno passare per una sorta di percorso obbligato delimitato da barriere di ferro. Se non fosse che siamo in Palestina potremmo pensare diessere in fila alla seggiovia in una giornata di “pienone”. Invece no! Nella seggiovia non ci sono tornelli, non ci sono metal detector, qui si!
Sembriamo polli in batteria. Noi turisti ce la “caviamo” solo esibendo il passaporto ad un tizio dietro al vetro blindato. I palestinesi invece seguono un percorso diverso del quale perdiamo traccia. L’unica cosa che riusciamo a vedere e che prima di sparire gli prendono le impronte digitali.
Ma non disperiamo, in fondo, ci dicono, qui è sempre cosi.
Arriviamo a Newe Shalom. Siamo ospiti di un “villaggio di pace” in cui si cerca di far convivere l’esperienza palestinese con quella israeliano. Un bel villaggio, tutto pulito, una bella sala conferenze, fiori nel giardino e buganville in fiore. Insomma niente di paragonabile alla matasse di filo spinato o alla cartucce di lacrimogeni esplosi che abbiamo incontrato ieri.
Abbiamo l’incontro con 5 associazioni diverse, tutte impegnate nel dialogo tra palestinesi ed israeliani. All for peace radio, Wahat al salam village, The perse Center for peace……
Tutte ONG dai nomi altosonanti. Ognuno ci presenta il proprio lavoro, le proprie attività, le proprie esperienze.
L’idea che ci facciamo, però, è di un qualcosa completamente staccato dalla realtà di ieri. Qualcuno ci prova…scusate mail muro?….. la green line?....gli insediamenti?
Non c’è spazio per la domande, dobbiamo andare avanti con il programma. Una ad una ci “sorbiamo” tutte e cinque le spiegazioni quasi impotenti di reagire. Ci raccontano del ruolo fondamentale dei media, delle tante integrazioni tra palestinesi ed israeliani, del villaggio della pace dove vivono insieme e dove insegnano ai bambini la convivenza culturale.
Ma qualcosa non ci convince. E’ tutto troppo asettico! E’ tutto troppo belo per essere vero!
Finalmente le domande…Scusate ma il muro?…. La green line?…gli insediamenti?
Risposta perentoria: siamo delle ONG, non siamo schierati politicamente, non possiamo rispondere!
Peccato! Avevamo bisogno di capire, e per capire abbiamo bisogno di risposte. Certe!
Ma noi non demordiamo, andiamo avanti, qualcuno prima o poi dovrà pure risponderci!
Il pomeriggio ci spostiamo a Jaffa. Dobbiamo incontrare L’associazione dei Medici per i diritti umani.
Qui si cambia musica. Qui si ricomincia a parlare occupazione, di territori occupati, di Gaza, di coloni.
Qui c’è qualcuno che conferma che il problema esiste!
Bella esperienza. La persona che ci parla, israeliana, sa il fatto suo. Si assume le sue responsabilità. Ci racconta le sofferenze dei palestinesi di Gaza, ci racconta le difficoltà che come associazione hanno nell’assistenza sanitaria, i pochi mezzi che hanno a disposizione ma la volontà assoluta di lavorare insieme palestinesi ed israeliani. Alla richiesta di un suo “giudizio” sulla questione di Gaza risponde con estrema fermezza: al centro di tutto ci sono la giustizia e i rispetto dei diritti umani. Senza di questo ogni altro intervento sarebbe inutile.
Torniamo in albergo stanchi, forse un po’ delusi dalla giornata ma sempre consapevoli che stiamo facendo la cosa giusta: la ricerca della verità.
Sandro

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