sabato 10 ottobre 2009

videocrazia berlusconiana

"Andrò in tv a spiegare le miei ragioni, voglio vedere se mi condanneranno". Queste parole pronunciate da Berlusconi mettono a nudo la sua idea di democrazia e legalità di sempre. Quando è sotto pressione, il premier, scivola con le parole lasciando trasparire il suo vero modo di pensare. Qui sta la vera chiave della sua politica, qui sta la vera chiave del suo progetto mediatico culturale che lo ha portato ad avere il controllo del paese. Quando lo si accusa di questo disegno si difende dietro al fatto che tutti i media sono di sinistra - è già un passo avanti visto che fino a qualche tempo fa diceva "tutti comunisti!" - fino al paradosso di arrivare a dire che ce l'hanno con lui pesino le sue reti televisive. Salvo poi rivelare apertamente il suo vero disegno: la tv, e non le aule dei tribunali come tutti, il luogo per difendere le proprie ragioni; la tv prima ancora delle urne per orientare alle urne gli italiani; la tv per mettere ancora una volta l'Italia contro se stessa "voglio vedere se mi condanneranno".
Il nostro "nipotino di Goebbels", che ha ampiamente superato il "nonno" ha rivelato il sistema politico al quale lui fa riferimento la videocrazia. Anche se dal film di Gandini mi aspettavo di più, in quel suo titolo ha sintetizzato davvero un progetto culturale e politico messo decisamente in atto.
Speriamo - purtroppo non troppo in verità - sull'autonomia di pensiero e giudizio degli italiani.
L'unico rammarico vero è che la nostra sinistra, sempre meno beneamata, non abbia affrontato quando doveva e poteva il conflitto d'interessi e una radicale riforma del sistema di comunicazione.

Gerusalemme.
Francesco