sabato 17 ottobre 2009

Ultima Pagina


Domani parto, oggi è l’ultimo giorno di questa mia esperienza in Israele-Palestina. È strano, sembra di essere qui da mesi invece che da “solo” una settimana.

Oggi abbiamo fatto un resoconto della settimana, e visitato Gerico.

Continuano per tutta la giornata a tornarmi in mente dei piccoli flash di Gaza. In particolare una ragazza, Nasha. Vive in una baracca fatta di macerie e lamiere, ed è bellissima. Rappresenta per me la bellezza di Gaza, immersa in una distruzione e una desolazione infinita. Ma rimane comunque bellissima. Quasi irreale, come gli enormi fiori rossi che ogni tanto spuntano da una distesa di pietre. La vita che spunta dalla morte.

Tornare alla mia routine a Verona non sarà facile.

A Betlemme ho visto un murales , uno del tanti che sono stati fatti sul muro forse per renderlo meno oppressivo e “freddo”. Riassume il senso per cui sono qua, il senso per cui più di 400 Italiani sono andati in Palestina.

È una colomba, cioè la pace, minacciata da un fucile che ha il mirino puntato sul suo petto. Rappresenta la pace che è ormai praticamente sconfitta. Ma a questa colomba è stato disegnato un giubbotto antiproiettili. C’è ancora speranza.




Ilo Steffenoni

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